I Venerdì del Direttore: videoconferenze dalla Scuola Normale Superiore di Pisa

Sul sito TV multimediale della Scuola Normale Superiore di Pisa si possono rivedere le conferenze tenute negli ultimi anni all’interno del ciclo I Venerdì del Direttore.

Elenco delle videoconferenze disponibili:

Rossana Rossanda, Domande obbligate di una comunista
Una ricostruzione storica sul comunismo in Italia e nel mondo. Del movimento operaio e della contestazione studentesca. Il tutto dalla prospettiva del proprio impegno morale e civile.

Paolo Rossi Monti, La scienza e il suo passato
Il filosofo che ha dato un contributo fondamentale alla comprensione della scienza moderna, è stato ospite di Salvatore Settis il 5 marzo 2010. Rossi Monti ha ripercorso, davanti al pubblico dei normalisti e alla città di Pisa, le tappe di quella rivoluzione scientifica che ha segnato, dal Rinascimento ad oggi, la cultura occidentale.

Roberto Saviano, Quando la verità è nelle parole dei lettori
Saviano ha avuto un’altra testimonianza dell’affetto dei suoi lettori, con oltre 600 persone che hanno raggiunto la Normale per ascoltare la “lezione” dell’autore di Gomorra, molte altre costrette – per motivi di sicurezza – a rimanere fuori dalla Scuola, oltre 400 contatti contemporanei sui siti che trasmettevano la conferenza.

Roberto Saviano, Strategie e tattiche criminali internazionali
Dopo l’incontro del maggio 2009, l’autore di Gomorra torna alla Normale otto mesi dopo, su invito di Salvatore Settis, per un altro “venerdì del direttore” seguitissimo.

Ezio Mauro, Libertà di informazione
Ai venerdì del direttore del 6 novembre 2009, Ezio Mauro, Il direttore di Repubblica parla di “Libertà di informazione”, un diritto-dovere che dovrebbe essere inviolabile in qualsiasi paese democratico, ma che in Italia non è così scontato.

Renato Soru, Il paesaggio non è merce di scambio
Ai venerdì del direttore del 16 ottobre 2009, Renato Soru, presidente e amministratore delegato di Tiscali Italia ha raccontato la sua esperienza di governatore della Sardegna. Spinto dall’amore per la propria terra a l’impegno in politica, nelle file del centro-sinistra, Soru ha divenuto un simbolo della difesa paesaggio, per la sua promulgazione di un Piano paesaggistico regionale che difendeva le coste sarde dalle “aggressioni urbanistiche”.

Michelangelo Pistoletto, Lo specchio pensante
Nel 1964 riceve il primo tributo dalla Biennale di Venezia, con uno spazio nella Galleria del Leone tra gli artisti dell’avanguardia. Il premio alla carriera arriva quarant’anni dopo, nel 2003, riconoscimento per quasi mezzo secolo di innovazione e sperimentazione. Dall’Arte Povera alla Pop Art, dal Nouveau Realisme fino alle ultime riflessioni sul rapporto tra arte e soscietà, confluite nella visione di un Terzo Paradiso, Michelangelo Pistoletto è un protagonista assoluto dell’arte contemporanea.

Jean Clair, Da Satana a Stalin: la figura del gigante dall’illuminismo ai nostri giorni
Il mito di ciclopi, titani, colossi nell’iconografia occidentale dal Medioevo al Novecento. Jean Clair, al secolo Gérard Regnier (Parigi, 1940), è tra i più importanti intellettuali europei. Ha diretto il Museo Picasso di Parigi. E’ autore di saggi su Duchamp, Delvaux, Cartier-Bresson e curatore di mostre per il Centre Pompidou e il Gran Palais, tra cui l’ultima “Malinconia, genio e follia nell’Occidente” del 2005. E’ membro dell’Académie Française. Ha inoltre fondato i Cahiers du Musée National d’art modern. Collabora con diverse riviste di critica d’arte e psicoanalisi.

Giovanni Maria Flick, In margine ai sessanta anni della Costituzione: quale futuro per i diritti fondamentali?
Un lungo excursus su quali principi etici devono ispirare i cittadini di fronte alle sfide della modernità. E su quali strumenti legislativi occorrono per rispondere alla richiesta di diritto che proviene dalla società. Unioni omosessuali, inizio e fine della vita, testamento biologico, trattamento terapeutico per malati terminali o in coma.

Stefano Rodotà, Cittadinanza e democrazia
Un ampio excursus sul tema del diritto a far parte di una comunità nella cultura e nella civiltà dell’Europa moderna. Nato a Cosenza nel 1933, Stefano Rodotà è giurista e politico italiano. Al momento è professore ordinario di Diritto civile alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma La Sapienza, dove è anche direttore del Master in Diritti della persona e nuove tecnologie,e professore all’Istituto per le Scienze Umane di Firenze. Ha recentemente ricoperto la carica di Presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali dal 1997 al 2005 ed è stato Presidente del Gruppo dei garanti europei dal 2000 al 2004.

Antonio Tabucchi, Il filo dell’inquietudine: un percorso attraverso la letteratura del Novecento
Grande scrittore, ma anche attento lettore, nonché docente di letteratura, Tabucchi ha attinto ai suoi studi, alla sua passione per la letteratura inquieta e anche alle sue emozioni per presentare al pubblico una galleria degli autori più importanti del Novecento alle prese con il disagio interiore, quel male di vivere che non solo Montale ha incontrato. Dall’Italia all’Europa, lo scrittore, pisano di nascita ma europeo di adozione, ha raccontato e citato da Carlo Emilio Gadda a Pier Paolo Pasolini, da Primo Levi a Leonardo Sciascia, senza dimenticare Albert Camus e Samuel Beckett.

Hans Magnus Enzensberger, Una conversazione sulla poesia
L’intellettuale tedesco, ospite di Salvatore Settis per i venerdì del direttore, ha letto poesie sul mondo della pittura, tratte da alcuni suoi volumi: Ultima cena e Apocalisse, da “La fine del Titanic” (Einaudi 1980, 1990); In visita da Ingres, in “La furia della caducità”, (SE 1987); Gillis van Coninxloo, in “Musica del futuro” (Einaudi, 1997). Con il pubblico numeroso in sala, si è acceso poi un dibattito sulla poesia, da dove nasce, il suo destino, l’amore di Enzensberger per questa forma d’arte.

Francesco Rosi, Il cinema della realtà
Il film come strumento di conoscenza. Uno strumento che Francesco Rosi ha utilizzato per raccontare l’Italia, i suoi mali atavici come la criminalità diffusa nel meridione, le sue contraddizioni più profonde come i tanti delitti e le tante stragi irrisolte del paese. Il regista napoletano, ottantacinquenne, recente vincitore dell’Orso d’oro alla carriera al festival del cinema di Berlino, ha ripercorso le tappe della propria esperienza di cineasta, dal dopoguerra a oggi.

Giovanni Maria Flick, La Costituzione: un promemoria per i prossimi sessant’anni
Il vicepresidente della Corte Costituzionale è intervenuto ai Venerdì del Direttore per tracciare un quadro della storia passata della Costituzione. Al di là della celebrazione la conferenza è stata una importante occasione per analizzare i principi affermati nella carta elaborata dai padri costituenti, con “l’auspicio che possano essere attualizzati”. Visto che per Flick attuali lo sono già.

Gian Antonio Stella, Vecchia Italia
Il giornalista del Corriere, che con La Casta ha parlato – e fatto parlare – dell’Italia dei privilegi, a I Venerdì del Direttore ha affrontato il tema della Vecchia Italia. Al centro del confronto un altro male del Paese: l’incapacità di avviare un serio processo di rinnovamento. Numeri alla mano, Stella ha dimostrato che in Italia le cariche più importanti, da quelle politiche a quelle accademiche, vengono precluse ai giovani. Al termine del suo intervento, Stella ha risposto alle domande del pubblico e si è aperto un dibattito che ha coinvolto docenti e allievi della Scuola.

Francesco Giavazzi, La sinistra e il liberismo
Uno dei più autorevoli economisti italiani, conosciuto per la capacità di leggere i tempi, cogliere le dinamiche economiche e politiche attuali, per l’incisività e la lucidità delle proprie analisi, inaugura il ciclo 2007/2008 de I Venerdì del Direttore. Al centro della conferenza alla Normale il forte rapporto che lega le teorie economiche cosiddette liberal alle basi della politica di area progressista. Giavazzi confuta il comune pensare che riconduce il liberismo economico alla destra.

Jannis Kounellis, Germano CelantLa rivoluzione artistica di Jannis Kounellis
Jannis Kounellis, pittore, scultore, rivoluzionario allestitore di esposizioni, ha raccontato la propria esperienza e le prospettive dell’arte contemporanea attraverso una conversazione con il teorico Germano Celant, che per primo alla fine degli anni Sessanta identificò nei lavori dello stesso Kounellis il risultato più compiuto di una nuova corrente espressiva: l’“Arte povera”. Una serie di tele caratterizzate da segni tipografici ingranditi, fluttuanti su superfici chiare, che perdono il loro valore di simbolo rimandando ad altri significati: l’arte di Kounellis non rappresenta più, ma “è”. L’artista non si pone più come imitatore ma come creatore di una nuova realtà.

Sulla base di questa poetica Kounellis non espone solo dipinti, ma anche materiali prelevati direttamente dal reale: legno, frammenti industriali, animali. Fin dall’inizio di questa esperienze Celant definì “povera” questa arte, una espressione mutuata dal teatro di J. Grotowski: l’arte povera si distingue per il rifiuto di mezzi espressivi tradizionali (pittura, scultura), l’impiego di materiali “umili”, (legno, plastiche, neon, scarti industriali, animali), l’intervento ridotto al minimo dell’artista.

Renata Pisu, Gao XingjianRenata Pisu intervista Gao Xingjian
Gao Xingjiang, premio Nobel nel 2000 per la letteratura, primo cinese ad essere insignito del prestigioso riconoscimento, ospite de I Venerdì del Direttore. Con lui la giornalista di Repubblica Renata Pisu, tra le prime a scoprire e a lanciare l’opera di Gao Xingjian in Italia.
Gao Xingjian, primo cinese ad essere stato insignito del premio Nobel nel 2000, è un personaggio poco noto nel nostro Paese. Fra le sue opere più conosciute, e tradotte in tutto il mondo, si ricordano La montagna dell’anima, che gli ha valso il Nobel per la letteratura, e il romanzo autobiografico Il libro di un uomo solo, oltre alla raccolta di racconti Una canna da pesca per mio nonno. Recentemente Gao Xingjiang ha sperimentato anche il linguaggio cinematografico, con La Silhouette Sinon L’ombre, opera prima in cui il premio Nobel racconta, come una poema e in un clima onirico, la sua storia e il suo percorso artistico.

Ezio Mauro, Giornali e democrazia ai tempi di Internet
Ezio Mauro è nato a Dronero, in provincia di Cuneo, nel 1948 ed ha iniziato la professione di giornalista nel 1972 alla Gazzetta del Popolo di Torino, per poi passare alla Stampa, diventare corrispondente per Repubblica dall’Unione Sovietica, tornare a dirigere il quotidiano di Torino e approdare definitivamente al quotidiano romano nel 1996 come direttore. Alla Normale, ospite del professor Salvatore Settis, Mauro ha affrontato un tema a lui particolarmente caro: quello dell’evoluzione della funzione della carta stampata legata all’avvento dei media elettronici, Internet per primo, nel rapporto con la democrazia.

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